Sindrome di Osgood-schlatter

La sindrome di Osgood-Schlatter o osteocondrosi dell’apofisi tibiale anteriore è una patologia infiammatoria-degenerativa a carico della tuberosità tibiale. Fa parte del gruppo di sindromi note come osteocondrosi. Questa malattia è tipica dell’età pre-adolescenziale. quindi nei ragazzi (più frequentemente maschi) fra i 10 e i 15 anni. Il più delle volte colpisce una sola gamba, ma si può verificare anche in entrambe le gambe contemporaneamente. La malattia finisce al compimento dei 18 anni, con il crescere della crescita e grazie alla calcificazione delle ossa.

cause

La comparsa di questa sindrome è causata dalla tensione del tendine del muscolo quadricipite, localizzato nella coscia, che, superata la rotula si inserisce (assumendo il nome di legamento patellare) nella tuberosità tibiale. Si verifica in età adolescenziale ed è dovuta ad alterazioni dell’accrescimento osseo in concomitanza con uno stress meccanico continuo alla tuberosità della tibia, che non ha ancora completato il processo di ossificazione, operato dalla contrazione del muscolo quadricipite. È pertanto ovvio che tale patologia compaia in soggetti impegnati in attività sportive. La patologia è dovuta infatti alla ripetuta azione traumatica causata dalla trazione del tendine rotuleo sulla sua inserzione a livello dell’apofisi tibiale nella fase di contrazione del muscolo estensore della gamba (vale a dire il quadricipite); il morbo di Osgood-Schlatter ricorre spesso, per esempio, nei soggetti maschi di giovane età, soprattutto se di alta statura, che praticano la pallavolo; questo a motivo della forza esplosiva richiesta per eseguire i salti , possono a lungo andare, creare problematiche a livello dell’apofisi tibiale. Ciò può causare infiammazione e frammentazione della suddetta porzione ossea, ed eventualmente generare uno sviluppo osseo alterato, con una sporgenza localizzata sotto la rotula e ben visibile anche dall’esterno.

trattamento

Il trattamento riabilitativo è utile in questa fase ed è mirato al controllo del dolore, attraverso l’utilizzo di ghiaccio più volte al giorno e di terapie fisiche come ionoforesi, laserterapia, massaggio e stretching: in questa prima fase è utile ridurre il carico sulla gamba.
Successivamente il trattamento prevede di eliminare le tensioni muscolari del quadricipite che possono aver causato microtraumi in quella zona del ginocchio attraverso il massaggio decontratturante e lo stretching specifico accompagnato da un rinforzo muscolare volto ad elasticizzare il muscolo ed esercitazioni per migliorare la coordinazione intermuscolare tra quadricipite stesso e i flessori.

Durante l’attività fisica è spesso consigliato l’uso di un tutore del ginocchio, come un pressore sottorotuleo, una sorta di cinturino che si posiziona sotto la rotula e serve a dare stabilità e a non gravare sull’articolazione.

In ultima, è opportuno effettuare la fase del campo per recuperare gradualmente e in tutta sicurezza tutti i gesti sport specifici fino ad arrivare alla corsa prolungata su diverse superfici.